Tigers Cesena

Pala Galassi e Carisport chiusi a Pallacanestro 2.015 e Tigers. Sì, avete letto bene: chiusi. Perché? E soprattutto, per quanto? Beh, diciamo subito che probabilmente lo sarà per poco, forse per pochissimo, Coni e burocrazia italica permettendo, però…

Andiamo con ordine. Quando nel tardo pomeriggio nelle redazioni dei giornali arriva il comunicato congiunto dei due assessori allo Sport di Forlì e Cesena – Daniele Mezzacapo e Christian Castorri – immediatamente sobbalziamo dalla sedia per lo stupore. Da domani nelle due città, tutte le palestre e gli impianti sportivi (gestiti direttamente dai Comuni o affidati in concessione) restano chiusi. Tutti senza distinzione di tipologia, ubicazione, dimensioni, ma soprattutto senza distinzione di quali discipline sportive vi si svolgano all’interno e quali atleti di quali categorie vi si allenino. Tradotto, domani Pala Galassi dove Forlì sabato tra l’altro dovrebbe affrontare Cento in amichevole, Villa Romiti e Carisport non saranno accessibili e i giocatori non potranno allenarsi. Motivo? Il nuovo Dpcm.

Come? Non è cambiato nulla sullo sport rispetto a quello precedente penserete voi (e pensavamo noi…). Non è vero, qualcosa è cambiato. Un passaggio di appena quattro termini che, però, cambiano prospettiva immediata. Quasi di certo non faranno la differenza nella sostanza, ma dettano l’ordinanza che Forlì e Cesena hanno adottato.

Ve la riportiamo qui, poi spieghiamo a cosa è dovuta:

A partire da domani, venerdì 6 novembre 2020, con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni introdotte dall’ultimo Dpcm in materia di emergenza Covid, anche a Forlì e Cesena verranno sospese tutte le attività all’interno della Piscine comunali e degli impianti sportivi e delle palestre comunali, anche in gestione. 
“Il Decreto del Presidente del consiglio dei Ministri del 3 novembre – commentano gli Assessori allo sport dei due Comuni, Daniele Mezzacapo e Christian Castorri – dispone che il CONI definisca gli eventi e le competizioni riconosciuti di interesse nazionale e, quindi, consentiti. Ciò diventa fondamentale anche per consentire gli allenamenti in preparazione a tali competizioni. Attualmente, in relazione alla zona di rischio in cui è collocata la nostra Regione, è possibile praticare attività motoria esclusivamente all’aperto in forma individuale, nel rispetto del distanziamento e senza alcuna forma di assembramento. E’ interdetto comunque l’uso degli spogliatoi interni”.
“Le stesse informazioni – concludono i due Assessori – le abbiamo trasmesse oggi alle associazioni sportive delle nostre città, specificando che, fino a che il CONI non si esprimerà, ogni attività sportiva all’interno di impianti è da considerarsi sospesa”.

Adesso spieghiamo cos’è successo. E’ cambiata la scrittura della prima parte del capoverso “e” del comma 9 dell’Articolo 1 che detta le linee valide su tutto il territorio italiano. Sono quelle che definiscono quali categorie siano da considerarsi di interesse nazionale e possano, dunque, svolgersi nonostante le limitazioni attuali.

Il Dpcm del 25 ottobre recitava: “Restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico”.

Il nuovo Decreto, invece reca scritto: “Sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni – riconosciuti di interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP) – riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva ovvero da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico”.

La differenza è in quel “Con provvedimento del Coni”. Ossia, non basta più che le federazioni decidano autonomamente quali competizioni, senior e giovanili, siano “nazionali”, ora serve un atto, un pronunciamento in merito del Coni che definisca chi gioca o si allena per una competizione con valenza italiana e che valga dal basket alla pallavolo, dal calcio a 5 al pattinaggio, dalla ginnastica artistica alla pallamano.

Forlì e Cesena ritengono (ovviamente) che Pallacanestro 2.015 e Tigers abbiano questa valenza, la Fip stessa lo certifica, ma non basta più. Deve dirlo con una nota il Comitato Olimpico. Verrà sollecitato al riguardo dagli stessi Comuni, ma in attesa si esprima i palasport chiudono. Quanto servirà a riaprirli? Basterebbe mezza giornata, un’attestazione che si scrive in dieci minuti e tutto si risolverebbe.

E si risolverà, ne siamo sicurissimi, ma esattamente in quanto non possiamo dirlo adesso. Diciamo una cosa, però: in mesi di problemi veri e seri, di intoppi continui, quest’ultimo impasse era evitabilissimo. Era da evitare. La burocrazia italica, però, ha vinto un’altra partita.

 

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