Piero Manetti Ravenna

Abbiamo atteso prima di scrivere l’ultimo capitolo delle nostre analisi sulle formazioni rappresenteranno la Romagna nella stagione 2021-2022. Lo abbiamo fatto perché avevamo bisogno di più elementi per esprimere non un giudizio, ma un’opinione quanto meno sensata su ciò che si prospetta all’orizzonte del Basket Piero Manetti Ravenna.
Uno scenario importantissimo, fors’anche decisivo per una società che nell’ultimo decennio è passata da un ruolo di vera “provinciale” ad essere una realtà di peso nella mappa della pallacanestro italiana di serie A2. Lo dicono i risultati degli ultimi anni: dalla storica semifinale promozione con la Virtus Bologna, alla finale di Coppa Italia della stagione seguente, sino al primo posto del campionato bruscamente interrotto dal Covid nel 2020. Un boccone ancora difficile da digerire al netto dell’impossibilità di prevedere quale sarebbe stato l’effettivo destino di quella squadra che stava facendo sognare un’intera città.

Non solo un groppo in gola, però, ha rappresentato quell’epilogo. Il cosiddetto “combinato disposto” tra quel traumatico stop e la stagione scorsa da zero introiti e tante spese, hanno reso l’estate che ci siamo lasciati alle spalle, un lungo e intricato rebus. Risolto? Ecco il nodo della questione.
Parzialmente, o per meglio dire “per ora”. La vera soluzione, quella che darà la risposta alla domanda cruciale “che futuro attende il basket di Ravenna”, la avremo solo a giugno, una volta che squadra e società avranno portato a termine i propri due campionati congiunti e paralleli.

La prospettiva giallorossa del 2021-2022 è proprio questa: giocare contemporaneamente due, decisivi, campionati.
Su quello che attende la squadra ci soffermeremo con dovizia di particolari perché è questo il focus delle nostre analisi, ma il vero risultato il presidente Roberto Vianello e il direttore generale “in prestito” dal Consorzio per il volley, Giorgio Bottaro, se lo attendono dall’opera di ricostruzione appena avviata.
La prossima estate dovrà essere molto diversa da quella che abbiamo appena vissuto tra l’iniziale rischio di cessione del titolo sportivo al ridimensionamento economico resosi necessario proprio per dare a Ravenna un presente. L’estate 2022 dovrà arrivare con i tavoli chiusi e non aperti a tante, troppe opzioni com’è stato ed è ancora. Serviranno certezze sul sostegno degli sponsor, sui tempi di ultimazione del nuovo palazzetto dello sport (questione molto più importante di quanto dall’esterno non si possa pensare), sulla possibilità di apertura della società a nuovi soci o, persino, al loro subentro con quote di maggioranza e ruoli dirigenziali apicali. Il tutto senza dimenticare che il Consorzio è lì ed esiste già. Che possa o meno trasformarsi in Polisportiva, accogliendo nel suo seno anche la pallacanestro, è una pista che andrà quanto meno vagliata. Che entrarvi o meno sia la soluzione, non possiamo saperlo, ma ecco la parola: UNA SOLUZIONE va trovata in questi mesi, per assicurare al basket ravennate non solo un presente, ma anche un futuro con una prospettiva temporale di lungo periodo.
La passione che la città ha saputo accendere per questo sport, lo richiede. la società lo sa e sta lavorando con questo obiettivo. I risultati dipendono dall’incastro di tanti fattori. Bottaro è rientrato per questo, il suo ruolo e i risultati della sua tessitura, ci diranno che domani sarà

Veniamo al campionato che i giallorossi giocheranno sul campo. Ci riagganciamo ai discorsi appena fatti e diciamo subito che la riduzione evidente del budget non ha impoverito tecnicamente la squadra come si poteva paventare. Un prima, non scontata, vittoria è già stata raggiunta.
Avere peso solo Alberto Chiumenti dei 5 giocatori sotto contratto, è stato un risultato notevolissimo. Anche perché parliamo di un gruppo di ragazzi, ora non più Under, come quello formato da Denegri, Simioni e Oxilia, che nella seconda parte della scorsa stagione sono cresciuti tantissimo in affidabilità.
A loro, poi, si aggiunge Daniele Cinciarini che in questa A2 è ancora un faro che splende e illumina tutto il porto sino in mare aperto.
Salutato coach Cancellieri, la scelta è caduta sul ritorno di Alessandro Lotesoriere, non alla prima esperienza da capo allenatore in senso assoluto, ma all’esordio in questo ruolo in serie A2. Le qualità umane, la preparazione tecnica, la conoscenza dell’ambiente sono dalla sua e sono anche risorse per la squadra. L’esperienza? La maturerà in corsa e in fin dei conti non ci sembra possa essere un handicap. Altrimenti, poi, i giovani non allenerebbero mai…

Sul mercato sono arrivati altri giovani: Arnaldo e il figlio d’arte Berdini, poi un elemento esperto come Gazzotti (reduce da una promozione, ricordiamolo) e infine due stranieri come Tilghman e Sullivan pescati da Francia e Ucraina e che riteniamo siano due elementi giusti al posto giusto.
Morale… in un’A2 magmatica nella quale i valori sono molto livellati e uniformi, almeno sulla carta, dopo il quartetto Forlì-Verona-Scafati-Ferrara (scegliete voi l’ordine che preferite) scegliere la quinta o la sesta forza adesso è operazione ardua.
Possiamo dire, però, che Ravenna può competere per esserla lei. Può giocare per i play-off e per una posizione non di retrovia nella griglia e se il buongiorno si vede dal mattino, avere esordito battendo Cento in trasferta, ossia la rivelazione di settembre e realtà che ruota nello stesso range di pronostico dei giallorossi, rafforza ulteriormente la nostra convinzione.

IL PUNTO DI FORZA

La conferma dl pacchetto italiano è stata determinante sul mercato, anche perché il quartetto è coeso e motivato e a fare da guida ai moschettieri Oxilia, Denegri e Simioni è “D’Artagnan Cinciarini”. Diciamolo chiaro e tondo la sua freschezza fisica e mentale hanno del clamoroso, la sua carta d’identità non conta affatto per lo spirito che lo anima in campo. Vederlo giocare è come assistere a una lezione universitaria e leadership e canestri pesanti non mancheranno mai per tutta la stagione.
In A2 era un lusso ieri, lo è stato la stagione scorsa, lo sarà in questa e, potrebbe esserlo almeno per un altro quinquennio. Lo stampino con cui è stato plasmato è di quelli da cui sono nati i Mario Boni…

L’INCOGNITA

In ossequio al budget, fare delle scelte è stato necessario e allora la rosa guidata da coach Lotesoriere è tutto fuorché lunga. Ciò nonostante Ravenna è completa, ma eventuali assenze e il lungo periodo sul quale si gioca la stagione, potrebbero essere fattori limitanti in virtù di rotazioni… limitate.
La seconda incognita riguarda il settore lunghi. Simioni è cresciuto molto difensivamente l’anno scorso, ma in attacco resta un centro che ama aprirsi e svariare sul perimetro e Gazzotti è decisamente un lungo che gioca frontale anche se sa bene come usare muscoli, gomiti e astuzia nelle mischie dell’area pitturata. Tradotto: i giallorossi potrebbero soffrire il peso di avversarie più corazzate sotto canestro (e i 10 rimbalzi d’attacco concessi a Cento sono un segnale). A fare da ago della bilancia allora dovrà pensare lui…

LA CHIAVE

Lewis Sullivan è colui che può fare tornare, o meno, i conti. Propendiamo per il fatto che ci riuscirà e togliamoci dalla testa la prima di campionato con tanti errori in attacco. Non consideriamola perché Sullivan è davvero arrivato “l’altro ieri”, deve accumulare tutto il lavoro atletico ed è appena all’Abc della conoscenza di schemi e compagni.
Il tempo è tutto dalla sua e può esaltarne le doti di giocatore muscolarmente possente, comunque rapido di piedi, capace di pungere sia in avvicinamento che spalle a canestro. In più al Khimik Yuzhny in Ucraina ha catturato per due stagioni caterve di rimbalzi. Era, insomma, la tipologia ideale da inserire al fianco di Simioni, Gazzotti e Oxilia. Se soddisferà le aspettative, Ravenna avrà fatto bingo, altrimenti al mosaico potrebbe venire a mancare una tessera fondamentale.

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