Imola

Sul campo hanno già dimostrato il loro valore nei campionati giovanili, alla Next Gen Cup e nell’importante sostegno dato alla prima squadra in serie A. Ora davanti a Riccardo Carta e Jacopo Soliani, i due ragazzi del 2003 provenienti dalla Pallacanestro Reggiana sui quali ha puntato con decisione la Virtus Spes Vis Imola per stupire nell’anno del suo ritorno in serie B, c’è una grande sfida: crescere ancora, ma al contempo saper essere già importanti al debutto vero tra i grandi, in un campionato Senior.
C’è, però, qualcosa in più nell’operazione conclusa dal club giallonero. Qualcosa che va oltre il potenziale tecnico, le prospettive, le qualità sul parquet di questi due giovani. C’è la scelta di due ragazzi che hanno saputo distinguersi non solo nella pallacanestro, ma anche negli studi. Carta e Soliani sono due dei migliori studenti-atleti d’Italia, certificati dai voti conseguiti all’esame di maturità di quest’anno: 100 per l’ala-pivot Riccardo Carta, 94 per la guardia Jacopo Soliani.
Un premio a un percorso scolastico fatto di durissimo impegno al fine di conciliare quotidianamente il lavoro in palestra e gli studi e un riconoscimento che è arrivato, proprio per questo, anche dalla Legabasket e dalla Next Gen che attraverso il progetto Next Generation Educational IBSA, segue i migliori giovani studenti-cestisti con attività di orientamento e confronto tra loro e i giocatori di serie A che hanno avviato e concluso con la Laurea, un percorso accademico in parallelo a quello sui campi di gioco.

Carta e Soliani sono due eccellenze, ma è bello scoprire che dei 160 atleti che hanno preso parte all’ultima Next Gen, il 62,4% ha avuto una media scolastica superiore al 7 e il 17,8% addirittura superiore all’8. E questo nonostante impegni doppi tra basket giovanile e prime squadre. Appena l’1,5% dei giovani ha deciso di interrompere gli studi e, dopo il diploma, un ragazzo su due dichiara di volere iscriversi all’Università.
I due neo giocatori della Virtus Spes Vis Imola sono tra loro e noi li abbiamo intervistati per raccontare quanto sia impegnativo, ma anche stimolante, appagante, ma soprattutto fondamentale per il futuro, eccellere in entrambi i campi: pallacanestro e scuola.

Quale istituto superiore avete frequentato?

RICCARDO CARTA: “Il Liceo Scientifico Aldo Moro di Reggio Emilia, indirizzo Scienze applicate perché le materie scientifiche sono da sempre la mia passione”
JACOPO SOLIANI: “Il Liceo Scientifico Spallanzani a Reggio con indirizzo tradizionale: una scelta difficile da prendere all’inizio perché mia mamma è insegnante di materie letterarie e mi ha trasmesso l’amore per la lettura. Però sono contento della mia scelta”

Vi siete appena diplomati con un voto elevatissimo. E dopo due anni difficilissimi per voi studenti, siete stati i primi a sostenere un esame di maturità praticamente standard, come in passato. Com’è stato affrontare questa esperienza?

Riccardo Carta

CARTA: “E’ vero, è stato un esame simile a quelli pre-Covid e questo all’inizio ci aveva un po’ spaventato, ma è andato tutto bene e col senno del poi posso dire che è stato più importante avere sostenuto una Maturità “vera”. Il voto senti di essertelo guadagnato sul serio. Soprattutto perché conciliare tutti gli impegni, compreso quello dell’esame per il conseguimento della patente, spesso ti faceva sentire dentro un vortice e sapere che ne sono uscito, e bene, mi dà una enorme soddisfazione”.
SOLIANI: “Gli ultimi due anni sono stati invalidanti dal punto di vista umano e sociale, ma sotto il profilo scolastico credo siano risultati molto produttivi. Almeno per me perché la Dad mi ha aiutato a organizzarmi meglio, mi ha permesso di costruire un metodo che si è rivelato efficace. La Maturità è stata molto impegnativa, ma l’ho affrontata tranquillo e consapevole: proprio per il modo in cui mi ero organizzato, direi che ci sono arrivato con agilità”.

Adesso pensate di proseguire negli studi e iscrivervi all’Univeristà?

CARTA: “L’ho già fatto, mi sono pre-immatricolato in Fisica all’Alma Mater di Bologna perché giocando a Imola, adesso, mi è anche comodo. Sto aspettando di conoscere il mio punteggio d’ingresso”.
SOLIANI: “Lo farò, ma non immediatamente e per due ragioni. La prima è che ora voglio dare priorità alla patente di guida perché, giocando a Imola, diventa indispensabile. La seconda è che le mie giornate sono state assorbite da tutti gli impegni che ho avuto tra basket e scuola nell’ultimo biennio, con vita sociale azzerata e tempo insufficiente per fare una valutazione attenta e consapevole delle opportunità. Credo, però, che questa volta accontenterò mia mamma, mi iscriverò ad una facoltà di lingue straniere, possibilmente legando questa mia passione ad un percorso di economia e management”.

Perché è importante, per voi, avviare un percorso universitario nonostante adesso siate davanti al primo step davvero significativo della vostra carriera cestistica?

CARTA: “Fin da piccolo ho sempre sognato di diventare un giocatore di pallacanestro professionista, ma non posso sapere quale livello riuscirò a raggiungere e col tempo ho capito che se anche arrivassi a giocare a quelli più alti, una carriera nel basket non può bastare a garantirmi un futuro quando sarà finita. Serve sempre una seconda porta aperta davanti, una seconda opzione di carriera per non lasciare correre il tuo futuro su un binario morto. E poi avere un doppio impegno è basilare per rendere meglio anche nello sport, serve a organizzare bene le proprie giornate, aiuta a superare mentalmente meglio i momenti difficili che, come atleta e come squadra, inevitabilmente si presenteranno. E’ fondamentale, soprattutto, per dare il giusto peso alle cose, per contestualizzare tutto per quello che è e che conta davvero”.
SOLIANI: “Le carriere sportive finiscono e anche se amo il basket alla follia, non voglio pensare al mio futuro sempre e solo in questo ambiente anche una volta smesso di giocare, lo trovo riduttivo. Una valida, seconda opportunità da costruirsi in parallelo alla carriera cestistica, è indispensabile nella vita, non solo mia ma di tutti i giocatori”.

Facciamo un passo indietro: è un caso che voi due proveniate dallo stesso settore giovanile o nel progetto della Pallacanestro Reggiana il binomio studio-sport è centrale? Come vi ha supportato, in che modo vi è venuta incontro la società durante questi anni?

CARTA: “Come nel basket dipende un po’ dalle annate, ci sono quelle in cui ottieni ottimi risultati e quelle in cui raggiungi traguardi inferiori, ma un caso non lo è di sicuro. Prova ne sia che quest’anno anche il nostro comagno di squadra Antonio Parente, si è diplomato con 100.
Il nostro coach, Andrea Menozzi, ha sempre creato le condizioni affinché potessimo coniugare al meglio possibile l’impegno negli studi e quello in palestra e in partita. L’organizzazione era flessibile per rispondere alle nostre necessità, se c’era bisogno di spostare una seduta di pesi, saltare un allenamento per una verifica importante, ce ne è sempre stata data la possibilità e la società, pur non mettendoci dei paletti in termini di risultati scolastici o pressione per quelli sul campo, ci tiene eccome ad avere ragazzi che vadano bene anche a scuola”.
SOLIANI: “Reggio Emilia ha una vera cultura imperniata sull’importanza dello studio. Lo si vede da tanti aspetti dell’organizzazione e coach Menozzi è sempre stato molto attento ai nostri risultati scolastici. Fu lui, in un momento difficile durante il secondo anno alle superiori, a dirmi di concentrarmi più sui libri che sul basket e l’ho fatto. Personalmente non ho mai saltato un allenamento, ma se avessi avuto bisogno di chiederlo per studiare, mi sarebbe stato concesso. Anche l’organizzazione delle trasferte era flessibile per venirtci incontro e lo stesso valeva per gli impegni con la serie A di coach Attilio Caja. Prima di tutto la scuola”.

L’istituzione scolastica, i professori, vi sono stati di supporto allo stesso modo nel permettervi di godere delle opportunità concesse dallo status di studente-atleta?

Jacopo Soliani

CARTA: “Nel mio caso sì, ma ammetto che non è la regola e non vale per tutti. Dipende molto dai docenti e dirigenti scolastici, spesso trovi delle rigidità. Nella mia condizione ho avuto il vantaggio, concessomi dal consiglio di classe, di avere interrogazioni individuali programmate a seconda dei periodi della stagione sportiva. Sono indispensabili dovendo allenarti e giocare tante ore ogni giorno, si potrebbe avere anche un calendario delle verifiche, ma quelle di fatto sono già programmate per tutti”.
SOLIANI: “Ho potuto godere di un piano formativo personalizzato, ma l’ho sfruttato solo per le interrogazioni programmate, non per le verifiche. La preside, i professori, sono stati tutti molto collaborativi con me e questo è decisivo, anche psicologicamente, altrimenti la montagna diventa alta da scalare. E’ vero, però, che questa disponibilità non va data per scontata e non lo è nei fatti: non tutte le scuole consentono di avere piani individuali, non sempre c’è collaborazione reale e questo è un peccato, ci si deve lavorare ancora parecchio sopra”.

Il terzo vertice del “triangolo del sostegno” è la famiglia. Quanto è stata importante per voi nell’affrontare 5 anni tutti in salita, nella pallacanestro e a scuola?

CARTA: “Tantissimo, anche perché io sono di Thiene nel Vicentino e prima a Bologna e poi a Reggio Emilia, ho vissuto in foresteria, studiato e giocato lontano da casa. Credo che il peso che io dò alle cose e all’importanza della formazione, derivi dai valori che i miei genitori mi hanno inculcato, a partire da quello del benessere che è sempre di corpo e mente assieme. In tanti momenti delicati, di solitudine, di didfficoltà in palestra o in classe, mi hanno sempre dato quel sostegno morale che significa ricarica e slancio. Senza di loro non avrei ottenuto questi risultati”.
SOLIANI: “La famiglia è tutto e non solo un’indispensabile spalla quotidiana. Credo che se per me avere una cultura è così importante, dipende dal loro modo di pensare e da quello che mi hanno insegnato facendomi frequentare le migliori scuole per darmi qualcosa in più che mi servisse ad affrontare la vita e l’impegno nello sport. Una lezione che ho appreso”.

Il grosso del lavoro, però, lo avete svolto voi, con le vostre mani, con la vostra dedizione: com’era la giornata tipo di Riccardo e Jacopo e come siete riusciti a fare combaciare ogni tessera del mosaico tra libri e pallone?

CARTA: “Premesso che il tempo libero non c’era né poteva esserci, la sequenza è presto detta: scuola, poi si mangia, si va in palestra con le giovanili, quindi con la serie A e alle 20, a casa, si inizia a studiare di notte. Le vere maratone, però, arrivano nei fine settimana e la domenica è il giorno in cui non fai altro che studiare. L’importante è avere costanza, se pensi di non riuscirci devi importi assolutamente di potercela fare e trovare una via alternativa, semmai, per farcela. E allora, ci riesci”.
SOLIANI: “Per me avere tanti impegni è quasi vitale, perché aiuta a costruire un metodo con cui affronti ogni situazione oltre che il doppio impegno suola-sport. Durante l’anno, dopo le lezioni studiavi quel che riuscivi prima di andare a fare pesi, allenamenti e quindi, di sera e dopo cena, sui libri. Cosa mi ha permesso di riuscire a fare bene tutto? Il fatto di tenerci e devo dire che lo sudio era anche un modo per staccare mentalmente da un allenamento casomai poco soddisfacente e riscattarlo a scuola. Oppure valeva il contrario: se non andavo bene in una verifica o interrogazione, mettevo tutte le energie nel basket per reagire. In senso più ampio direi che la cultura è quasi una fame per me, un senso di necessità”.

Un “segreto” forse non c’è, allora qual è il pensiero, il punto fermo, lo stimolo costante che consente di affrontare questo doppio percorso guardando sempre avanti e superando tante difficoltà? Cosa è stato fondamentale per voi e che dovrebbe esserlo per tanti altri ragazzi impegnati a fare convivere pallacanestro e studio?

CARTA: “Il punto fermo è la motivazione. Bisogna avere perfettamente chiaro in testa dove si vuole arrivare, che strada intraprendere per riuscirci e, soprattutto, il perché si sta facendo tutto questo, sacrifici compresi. E’ nei momenti più complessi, quelli in cui ti dici “non so se ce la faccio”, che devi fermarti a pensare qual è la ragione profonda per cui lo fai.
La mia? E stata il volere essere la migliore versione possibile di me stesso, il desiderio di competere non solo con gli avversari, ma anche con Riccardo, per alzare ogni giorno di più l’asticella degli obiettivi raggiunti e da perseguire”.
SOLIANI: “Ho sempre desiderato essere una persona colta, per orgoglio personale, ma anche per essere qualcosa in più rispetto a tanti miei coetanei. E’ come una sfida, con me e verso di loro, come una partita nella quale hai un’arma in più per vincere.
Credo che la molla sia proprio questa: lo spirito competitivo, mnettersi in gioco per fare più cose e meglio, risultare il migliore o almeno il più pronto a sapersi muovere in tante situazioni diverse. Essere stimolati a una competizione attiva con se stessi e con gli altri, anno dopo anno, aiuta a fare tutto sempre un po’ meglio. Credo che i ragazzi debbano avere questo spirito”.

Enrico Pasini


Luglio 24, 2022

La Virtus Imola punta su due dei migliori studenti-atleti d’Italia: per Carta e Soliani eccellere nel basket e a scuola «si può e conta tantissimo»

Sul campo hanno già dimostrato il loro valore nei campionati giovanili, alla Next Gen Cup e nell’importante sostegno dato alla prima squadra in serie A. Ora […]
Agosto 31, 2021

«No alle restrizioni»: anche gli Ultras di Imola e Rimini fuori dai palasport per scelta

Ingressi contingentati per ora al 35% delle capienze dei palasport, mascherine obbligatorie come il green pass, distanziamento tra i presenti, impedimento a portare dentro gli impianti […]
Agosto 13, 2021

Serie B: le date di tutti i derby e l’analisi dei calendari delle romagnole

Lega Nazionale Pallacanestro ha diramato oggi i calendari completi del campionato di serie B che scatterà il fine settimana del 2 e 3 ottobre e che, […]
Luglio 25, 2021

Mercato: tutti gli affari fatti e le trattative della Romagna del basket al 25 luglio

FAENZA BASKET PROJECT ACQUISTI Rosa Cupido (play 1992, da Patti) – Pallas Kunaiyi-Akpanah (centro 1997 Nigeria, dal Namur – Belgio) – Victoria Llorente (ala-pivot 1996 da […]