Basket serie B

Regole più chiare sulla gestione dei contagi, sia per le squadre, sia per le Ausl. L’atteso via libera del Ministero della Salute sul nuovo protocollo unico Covid per lo sport è arrivato. A firma del Direttore Generale della prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza, è stata emanata la circolare con le indicazioni per garantire il corretto svolgimento delle competizioni sportive di squadra. Il documento, che era stato approvato dapprima dalla Conferenza Stato Regioni e il 14 gennaio scorso avvalorato dal parere espresso dal Comitato Tecnico Scientifico recepisce integralmente le indicazioni date da questi due organismi, ma al contempo mette nero su bianco un aspetto sul quale non c’era piena concordanza interpretativa: l’ambito applicativo.
Le misure, è scritto, «trovano applicazione nelle competizioni professionistiche e nei massimi campionati dilettantistici, salvo previsioni più restrittive decise dagli organismi sportivi competenti». Tradotto: varrà per la serie A, per l’A2 e la B e non per i campionati regionali. La d discrezionalità concessa è solo in termini PIU’ RESTRITTIVI, non estensivi.


Ora cosa manca affinché possa entrare in vigore? Di fatto una delibera della Fip che fissi il tetto del cosiddetto “gruppo di atleti” sul quale verrà calcolato il 35% di positivi oltre il quale un match verrà, da quel momento in poi, sempre rinviato e tutta la squadra, bloccata..
La Federcalcio, ad esempio, ha già individuato in 25 giocatori la rosa sulla quale calcolare la percentuale di giocatori positivi

Vediamo, però esattamente cosa riporta la circolare:

«Il presente documento recepisce integralmente il parere espresso dal Comitato Tecnico Scientifico nella seduta del 14 gennaio 2022 e intende fornire indicazioni per la riduzione del rischio di esposizione a SARS-COV-2 dei partecipanti alle competizioni sportive, al fine di garantire il corretto svolgimento delle stesse.
Il documento, frutto di un lavoro di ascolto e coordinamento con i diversi soggetti interessati, e condiviso altresì con il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, mira a porre regole sicure e condivise da tutte le amministrazioni, centrali e territoriali, per assicurare parità di trattamento e dare certezza al prosieguo dell’attività sportiva.
Le misure, a carattere temporaneo, e da adattare comunque in considerazione dello scenario epidemiologico, trovano applicazione nelle competizioni professionistiche e nei massimi campionati dilettantistici, salvo previsioni più restrittive decise dagli organismi sportivi competenti.

MISURE DA ADOTTARE:

  • Alla luce dello scenario epidemiologico attuale, prevedere per la sorveglianza l’utilizzo di tamponi antigenici/molecolari, nel rispetto dei criteri definiti dal Ministero della Salute
  • In presenza di un caso positivo all’interno del gruppo squadra:
  • i soggetti positivi vengono messi in isolamento, monitorati e controllati nei termini e con le modalità della normativa vigente;
  • i contatti ad alto rischio (soggetti del gruppo squadra esposti all’interno dello stesso o in ambito comunitario) devono sostenere un test antigenico ogni giorno per almeno 5 giorni e sono obbligati a indossare la mascherina FFP2 in tutti i contesti in cui non viene effettuata attività sportiva. Il protocollo si applica indipendentemente dallo stato vaccinale.
  • Deve, comunque, essere effettuato almeno un test antigenico con esito negativo 4 ore prima della gara.
  • ai contatti a basso rischio (soggetti che entrano in contatto con il gruppo squadra in maniera non continuativa) si applicano le misure previste dalle indicazioni ministeriali, anche in relazione allo stato vaccinale. E’ raccomandato l’utilizzo della mascherina FFP2 in ambito lavorativo.
  • Prevedere che con il raggiungimento di un numero di positivi superiore al 35% dei componenti del Gruppo Atleti, venga bloccato l’intero Gruppo Squadra. Per la definizione del Gruppo Atleti ci si rimette agli organismi sportivi competenti per disciplina.
  • La sorveglianza sui soggetti del gruppo squadra è affidata al medico responsabile/medico di squadra. Resta fermo l’obbligo del medico di comunicare tempestivamente ed esaustivamente tutti i dati relativi ai casi in oggetto alle autorità sanitarie locali, ossia al Dipartimento di prevenzione delle competenti Aziende sanitarie locali».

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