Enrico Pasini

“The time is NOW” cantava Roisin Murphy, la voce dei Moloko, una delle più belle e originali voci di tutta la musica elettronica della seconda metà degli anni ’90….

Cosa c’entra questo con Jesi-Ravenna al di là delle passioni musicali del sottoscritto? Fidatevi…. ha un senso. Sì, perché è davvero “arrivato il momento”. Non c’è più alternativa per i giallorossi: vincere al PalaTriccoli significa conquistare i play-off e dunque l’obiettivo apertamente dichiarato dalla società, mentre perdere equivarrebbe alla maggiore delusione sportiva della ancor giovane vita ad alto livello della Piero Manetti. Certo, si cresce sbagliando, inciampando, a volte fallendo. Si impara un metro al giorno per chilometri di errori, dico sempre a me stesso. Però…. però si impara anche soffrendo, rialzandosi dopo essere caduti, lottando e avendo un guizzo di orgoglio, forza e coraggio che ti permette di raggiungerlo comunque quell’obiettivo. Anche all’ultimo sforzo e all’ultimo istante.

E’ questa, per Ravenna, la “legge” della gara che vale una stagione. Quella nella quale bisogna cantare bene e sicuri della propria voce come all’epoca dei Moloko faceva Roisin Murphy. Quella che, a nostro avviso si deciderà su una somma di piccole cose e non di grandi strategie.

Quali? Proviamo a indicarle.

NERVI: è l’aspetto principale perché non ci immaginiamo una gara con distacchi ampi. A meno che qualcuno non ceda…. di nervi, appunto. A rigor di logica l’esperienza in ruoli chiave non manca a nessuna delle due contendenti, quindi in teoria i giocatori capaci di tenere le briglie nervose delle proprie compagini, neppure. Però i nervi sono sottili, tendenti a sfibrarsi… Bisogna tenerli sotto controllo specialmente quando qualcuno proverà a dare una scossa. Ecco: impedire a Jesi di fare un break consistente, rimanere sempre sul pezzo perché in gare come queste, non si recupera mai con un tiro da 6 punti. Si recupera con pazienza e accortezza.

RIMBALZI: altro snodo cruciale perché nelle ultime settimane Ravenna ha sofferto a rimbalzo e Jesi, che ne cattura mediamente più dei giallorossi sotto i tabelloni avversari (oltre 11 a gara) è un cliente scomodo sotto questo punto di vista. Concedere secondi o terzi tiri a chi è in casa e sbaglia, è un lusso che Grant e compagni non possono proprio permettersi.

GIOCO D’AREA: Grant, appunto. Ma con lui anche Chiumenti, Masciadri, Esposito… A nostro avviso i giallorossi hanno un vantaggio offensivo su Jesi proprio nei pressi dell’anello. Perché Jerai Grant sta attraversando un momento di fiducia pazzesca in attacco e va assolutamente cavalcato così come va sfruttata la “garra” che in queste partite ha sempre denotato Chiumenti. Con Rinaldi e Fontecchio, due buoni giocatori, il primo dei quali esperto e ruvido, ma senza altre risorse, sfondare in area potrebbe essere determinante ai fini del risultato. Anche perché la Piero Manetti subisce 3 falli di media in più a partita rispetto ai marchigiani che in questa voce sono ultimi. Non è un caso e va confermato anche domani sul campo.

CONTROLLO: questo concetto porta seco un aspetto correlato, ossia il controllo in attacco. Ravenna deve essere brava a capire quando rallentare, quando spingere il gioco sotto per aprire poi la scatola da fuori e quando, invece, accelerare. Sì, perché l’Aurora con Green ed Hasbrouck ha due “ladri di palloni” fenomenali e il fatto che ne recuperi 8.5 a partita di squadra la rende la prima di tutto il girone in questa voce. Ergo: temibilissima. Controllare il ritmo, perdere pochi palloni in modo banale, è dal punto di vista di chi scrive, il vero snodo della partita.

DIFESA E PUNTEGGIO: la si vince in difesa, è chiaro come il sole. Poco altro da aggiungere. A punteggio basso vediamo salire le quotazioni giallorosse.

ARCO DA PRESIDIARE: c’è un aspetto che differenzia Jesi e Ravenna in maniera macroscopica e quasi abnorme… I tentativi da 3 punti. La squadra di Martino è quella che tira di meno dall’arco di tutto il girone, mentre l’Aurora è quella che tira di più. Green, Hasbrouck, ovvio, ma attenzione anche a Fontecchio, Piccoli e, soprattutto a Marini, il vero ago della bilancia, uno dei “3” più sorprendenti ed efficaci del campionato. La difesa giallorossa deve essere molto concentrata su di loro, non per costringere Jesi a tirare meno da fuori. No. Per costringerla a tirare in modo meno fluido e aperto.

GREEN-GIACHETTI: tra tutti i duelli individuali è quello a nostro avviso più bello, più qualitativo e, proprio per questo, più importante. Riteniamo che Hasbrouck possa essere meno incisivo se Rice sarà concentrato e reattivo al massimo livello (altrimenti è gnara….) ma tra i due play? Mistero… Confronto stra-equilibrato e stra-determinante. Giachetti con Treviso in una situazione delicatissima l’ha vinta. Ora è davanti a una situazione analoga. Deve prendere in tutto e per tutto il comando delle operazioni. E’ l’ago della bilancia.

Enrico Pasini

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