Era una notte buia e tempestosa….
Iniziava sempre così Snoopy digitando sui tasti della sua macchina da scrivere. E questa di venerdì 1 aprile è davvero una notte buia, fredda e tempestosa per la stagione in cui siamo e io ho deciso di fare come Snoopy… Scirevere. Ascoltando un po’ di musica elettronica in “SOFTofondo” (nello specifico gli Electric Youth e i Chromatics) per raccontarvi, però, come questa per noi amanti della pallacanestro sia in realtà una notte diversa e speciale.
Lo è, perché domani inizia il primo weekend di gare con gli impianti sportivi nuovamente aperti al 100% della loro capienza ed è una svolta che abbiamo atteso per tanto, troppo tempo…
Ve lo ricordate quando fu l’ultima gara giocata con la possibilità, per tutti, di accedervi? Io sì… era il 23 febbraio 2020 e al Pala De Andrè di Ravenna, l’OraSì di coach Cancellieri giocava con Mantova (perdendola per le statistiche) l’ultima partita di un campionato interrotto immediatamente dopo. Da allora il freddo, il buio, la tempesta-Covid. Come nelle notti raccontate da Snoopy. Come in questa notte che, però, è diversa, diversissima. Fa più caldo. Almeno dentro.
C’è qualcosa che mi dà tepore perché, credetemi, di freddo ne abbiamo patito tantissimo in oltre due anni. Voi, o gran parte di voi, a casa, senza potere riscaldare quelle mani agitandole per gioia o disappunto, sbattendole l’una sull’altra per scandire una bella giocata, un canestro spettacolare, una vittoria.
Io ne ho sentito i brividi dentro quei palasport gelidi e spettrali. Vuoti per tutta una interminabile stagione come quella targata 2020-2021. Io c’ero lì dentro perché io sono un privilegiato per il lavoro che facio. E lo riconosco. E per tutte quelle domeniche me ne sono anche un po’ vergognato, devo ammetterlo. Mi sono sentito piccolo dentro tutto quel silenzio che impietriva davvero alla sua vista.
Amo la solitudine quando la scelgo, non quando vi sono costretto. E questo vale, credo, per tutti voi.
Voi che in parte siete potuti tornare da settembre. Sì, ma in parte… e come? Al 35% della capienza del vostro impianto, poi al 60%, poi ancora al 35% poi di nuovo al 60%. Distanti, con le mascherine, con la voglia di esserci comunque, ma anche con il timore, ammettiamolo, che spesso ha frenato il desiderio di rivivere la pallacanestro da protagonisti.
Tutto questo è durato due anni e un mese. Tutto questo ci ha cambiato e non ci ha fatto bene. Ci ha resi a nostra volta freddi. Abbiamo bisogno di guarire davvero dalle scorie che ci portiamo dentro. Abbiamo bisogno di scaldarci. Di vincere la partita più importante: quella con la nostra passione. Che non è un’avversaria, anzi… ci tende la mano come un’amica da ritrovare.
Ora possiamo iniziare a ritrovarla davvero. Anche se ci servirà uno sforzo aggiuntivo: mettere da parte il pensiero che non sarà ancora tutto come prima. No, non ancora, ma davvero da oggi facciamo il primo grande passo in quella direzione. Guardiamo avanti, non più indietro. Ora possiamo.
A nuttata (buia, fredda, tempestosa) sta finendo, c’è un’alba finalmente.
Tutto quello che vi ho appena scritto cosa serve? Per entrare nella “notizia”.
Da oggi, 1 aprile, si entra nella fase post-emergenza. Gradualmente le misure di contenimento della pandemia vengono allentate e l’aspetto più rilevante è che sia gli stadi sia i palazzetti torneranno ad avere una capienza del 100% aperta al pubblico.
Già, ma chi potrà davvero accedere e come? Se per assistere a un evento sportivo all’aperto, sarà ancora necessario esibire il green pass, ma basterà quello “base” (quindi anche con un semplice tampone antigenico con esito negativo entro le 48 ore precedenti), per le competizioni nei palasport, ossia in luoghi chiusi, servirà obbligatoriamente quello rafforzato, cioè ottenibile solo in seguito al completamento del ciclo vaccinale o a guarigione da Covid avvenuta da non più di 6 mesi.
A tutti i lavoratori di un impianto sportivo, compresi i volontari, sarà sempre richiesto il green pass rafforzato.
Come si potrà assistere alle gare? Sotto questo aspetto nulla cambia. Bisogna continuare a indossare la mascherina. Quella Ffp2.
Per questo diciamo che i palasport sono aperti a tutti… ma non a chiunque.
Attenzione, però. Tutto questo varrà per un mese, ossia sino al 30 aprile compreso. E poi?
A maggio, salvo nuovi interventi da parte del Governo, cadranno tutte le principali restrizioni, quindi non si dovranno usare neanche più le mascherine al chiuso e non sarà più richiesto il green pass, tranne che nelle Rsa e negli ospedali.
E per chi lo sport lo pratica? La Fip, ieri, ha specificato. A tutti i livelli, nazionale o regionale, vigono le stesse regole.
Fino al 30 aprile 2022 restano ferme le disposizioni dei protocolli sanitari per l’attività della pallacanestro all’interno degli impianti sportivi (serve il green pass rafforzato). Per le attività all’aperto non è invece richiesto alcun tipo di certificazione verde Covid-19, ma per l’utilizzo di spogliatoi e docce sarà necessario essere in possesso del green pass rafforzato.
L’obbligo non riguarda i minori di 12 anni, gli accompagnatori di persone non autosufficienti e le persone esenti dalla campagna vaccinale.
In caso di contatto stretto con un positivo sarà necessario osservare un periodo di auto-sorveglianza della durata di 5 giorni, durante il quale, in assenza di sintomi riferibili al Covid, sarà consentito svolgere attività sportiva.
Nel periodo di auto-sorveglianza e fino al 10° giorno dall’accertamento del contatto, è obbligatorio indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie tipo Ffp2, tranne nei momenti di attività sul campo.
La comparsa di sintomi nei primi cinque giorni renderà necessario sottoporsi ad un tampone antigenico o molecolare per verificare l’eventuale positività.
Enrico Pasini