Rimini, la Rinascita alla prova della sua fase (A)2

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Rimini, la Rinascita alla prova della sua fase (A)2

Il modo migliore per dimenticare una delle pagine sportivamente più buie che non solo la pallacanestro romagnola, ma lo sport italiano in senso generale abbiano annoverato negli ultimi anni? Rilanciare e in grande stile.

Rinascita Basket Rimini ha scelto di fare questo per uscire dal ricordo, ancora oggi dolorosissimo, della rinuncia forzata a disputare la semifinale play-off della stagione 2020-2021 per il pesantissimo focolaio infettivo che ha investito tutta la squadra, dirigenza compresa. Certo, i biancorossi avrebbero dovuto affrontare la Bakery Piacenza, vincitrice della Coppa Italia di B, poi promossa in A2 e sarebbe stata una serie nella quale i favori del pronostico pendevano dalla parte degli emiliani. Ciò nonostante i verdetti li dovrebbe dare sempre il campo e arrendersi al Covid-19 che ha colpito tra l’altro duramente nel gruppo riminese, senza poter dare vita a una sfida che (quello sì) sarebbe stata intensissima e combattuta sino all’ultimo possesso, è un’ingiustizia morale da qualsiasi punto di vista si osservi e valuti quanto accaduto.

Bene, anzi male, però Rbr ha accettato questo destino con grande signorilità e rispetto delle regole vigenti in una stagione complicatissima com’è stata la scorsa e si è ripromessa di girare subito pagina. Per non rimpiangere più ciò che non è stato, ma per iniziare a scrivere una storia nuova e, possibilmente, bellissima. D’altronde il patrimonio in termini economici e di passione della piazza non manca: la voglia è quella di costruire su queste basi una scalata che porti sì al ritorno in A2.
A giugno? Vedremo, il progetto imbastito con coach Mattia Ferrari, pietra angolare tecnica di grande spessore della “fase 2” del progetto Rinascita, non si limita a una sola annualità, ma la voglia di giocarsi tutte le proprie carte subito è grande e sostanziata dal valore della rosa costruita dal diesse Davide Turci.
D’altronde non si può serenamente dire a una persona (oltre che a un tecnico) come Massimo Bernardi che non sarebbe stato più lui a guidare la prima squadra se non solo c’è una strategia di sviluppo che coinvolga Bernardi stesso, ma anche un asso nella manica come Ferrari per dare sostanza ai sogni.

Tradotto: inserisci Ferrari, devi dare al suo motore tanti cavalli… E Rimini questo ha fatto costruendo una rosa che vale davvero una B di vertice, se non piani ancora più alti. La squadra più forte del girone C assieme alla Real Sebastiani Rieti che, alla fine è meglio così, finirà quasi certamente per non essere nel cammino riminese durante i play-off.
Analizziamo, quindi, il punto di forza, la chiave e l’incognita della nuova Rbr.

PUNTO DI FORZA

Il pacchetto esterni. Senza dubbio. Mai visto in B un siffatto concentrato di qualità offensive.
Ruotare due play come Tassinari e Rivali, compatibilissimi anche in coppia, con Saccaggi e Mladenov ad assicurare punti, tiro perimetrale e atletismo in uno contro uno è un qualcosa che a questi livelli negli ultimi anni non avevamo mai visto. Considerando, poi, un jolly come Francesco Bedetti che può fare da guastatore a tutto campo, la portata sul piatto è da veri gourmet.

LA CHIAVE

Tantissimi attaccanti, gambe, ma la prima attenzione che coach Ferrari dovrà mettere su questo gruppo è rivolta a costruire una mentalità difensiva. Non sarà immediato né semplice, ma è imprescindibile per ottenere risultati alla lunga. Rimini può fare canestro in tantissimi modi e con tantissimi giocatori, ma nei play-off soprattutto dovrà diventare anche solida dietro, altrimenti le giornate storte che potranno capitare, diventerebbero un rischio. Rimini non può e non vuole correrlo.

L’INCOGNITA

Abbiamo dato 9 al mercato riminese, ma siamo stati tentati di scendere all’8,5. Perché? C’è un solo aspetto che, nella rosa costruita, non ci convince appieno. Un anno fa dietro Tommy Rinaldi c’era un centro di ruolo come Ambrosin, quest’anno ci sono due scommesse. Una tecnica e l’altra anagrafica.
Partiamo da quest’ultima: Luca Fabiani è un talento vero che, però, è alla sua prima prova importante della carriera. Ci sarà bisogno di lui sicuramente e il giovane forlivese proveniente da Bassano dovrà dare qualcosa subito, dimostrandosi già all’altezza della B e del proprio potenziale. Ovviamente nessuno assicura che così sarà. Però abbiamo fiducia in lui.
L’altra è una scommessa tecnica che, però, accomuna Rbr a tante altre squadre in serie B. Giocare senza lunghi di posizione e con il “falso nueve”. Lo faranno anche Cesena e Faenza e lo farà coach Ferrari soprattutto con Marco Arrigoni in versione Giorgio Broglia delle passate stagioni: un 4 che potrà giocare con Rinaldi o al suo posto aprendo il campo da fuori e sfruttando dinamismo in transizione. E’ una forzatura? Solo in parte, perché Arrigoni negli ultimi anni questo ha fatto e perché, come dicevamo, altre squadre hanno scelto la medesima linea.
Ecco perché il nostro dubbio alla fine non impedisce di premiare il mercato di Rinascita Basket con un voto altissimo.

Enrico Pasini
Enrico Pasini
Giornalista pubblicista scrive sul Corriere Romagna dal 1997 occupandosi anche di basket forlivese e romagnolo. Dal 1999 è telecronista delle partite della Fulgor, Fulgor Libertas e Pallacanestro 2.015. Ha condotto Panorama Basket per la prima volta nella primavera del 2013 e poi, stabilmente, dalla stagione 2015-2016

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