Oggi per la nostra rubrica “Altri Sguardi” accendiamo i riflettori su un aspetto davvero particolare legato alla pallacanestro: la traumatologia sportiva. Lo facciamo ospitando un contributo che ci ha gentilmente fornito il dottor Marcello Lughi, chirurgo ortopedico dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì che nella stagione appena conclusa ha collaborato con il dottor Giorgio Ercolani nello staff medico della Pallacanestro 2.015 Forlì.
E di lavoro ne ha avuto davvero parecchio da svolgere. Dalla gestione dell’infortunio al tendine d’Achille di Dane Diliegro ai problemi al piede di Matteo Fallucca, dalla schiena (e non solo) di Quirino De Laurentiis, alla pubalgia che ha afflitto Davide Bonacini. Un anno vissuto intensamente che ripercorre con riflessioni tutte da leggere in questo testo che ci parla cdi atleti professionisti, ma anche di uomini da saper “gestire”. Non a caso si intitola….
L’ATLETA PROFESSIONISTA E LO SPORT AGONISTICO DI SQUADRA SECONDO ME…
Si è conclusa la stagione regolare del campionato 2017-2018 e mi permetto di fare alcune riflessioni su quello che è stata la mia esperienza come medico ortopedico che, per la prima volta, si è confrontato con un “NUOVO MONDO”, quello dell’atleta professionista e dello sport a livello agonistico.
La mia attività prevalente si svolge, ormai da 25 anni, confrontandomi con il “very normal people”.
Mi sono reso conto che l’atleta professionista è “altra cosa” da gestire con un approccio diagnostico e terapeutico con un ritmo incalzante e superveloce.
Ho messo tra virgolette “atra cosa” e cerco di spiegare meglio cosa intendo dire. L’atleta professionista non è sicuramente un highlander, è passibile di malattie e infortuni e soprattutto per me è UNA PERSONA. Mi è stato consigliato di ragionare e operare pensando di avere di fronte un atleta, ma confesso che non ce l’ho ancora fatta… Quando ascolto, parlo con tutti i ragazzi della squadra, non riesco a distinguere l’atleta dalla persona.
E credetemi quando dico che molto spesso le problematiche che ho affrontato non erano dell’atleta ma della persona.
Se mi fermo a pensare e faccio un bilancio della mia esperienza come medico che doveva preoccuparsi della salute dei giocatori della squadra posso dire che per fortuna non ero solo. E’ stata preziosissima la collaborazione di un collega, il professor Giorgio Ercolani, che ho avuto modo di conoscere meglio e ne ho apprezzato la ricchezza umana e professionale.
E cosa dire di Daniele Borra, il fisioterapista della Pallacanestro 2.015? Ho condiviso con lui “quasi tutto”. Gioie, pensieri buoni e meno buoni, dispiaceri, preoccupazioni ma anche soddisfazioni in tutto il lavoro che abbiamo fatto INSIEME. Per differenza di età, come si dice, potrebbe essere mio figlio e come tale ho cercato di aiutarlo in questa, anche per lui, prima esperienza nel mondo dello sport, accorgendomi però che l’aiuto era reciproco. Grazie Dani!
Grazie anche a Luca Borra che ha svolto una attività professionale parallela alla mia e di suo fratello e che ho apprezzato e giudicato preziosa.
In sostanza devo dire che sono cresciuto come medico e dal punto di vista culturale.
Quante volte mi sono messo a pensare alle patologie più particolari dei miei giocatori e giù a testa bassa a leggere e a escogitare qualcosa che potesse farmi capire meglio il problema per poterlo trattare nel migliore dei modi. Mi sono dovuto anche improvvisare “comunicatore”… Vincendo la mia timidezza e pensando che quello che era stato fatto da Alberto Serra con il suo tecnical corner, ho voluto introdurre anche un “medical corner” con lo scopo di rendere fruibili in maniera semplice argomenti di traumatologia sportiva da parte di tutti i followers del sito della pallacanestro Forlì 2015. Mi sono impegnato affinchè si creasse un rapporto di fiducia tra me e i giocatori (e chiunque altro avesse bisogno di me). Mi sono preoccupato di capire quale fosse il modo migliore per far capire ai giocatori che dal momento in cui li ho conosciuti in poi, io mi sarei messo a loro disposizione per gestire al meglio le loro problematiche. Penso che la chiave giusta sia stata quella di propormi con disponibilità, semplicità e cercando di trasferire le mie competenze. Spero di esserci riuscito con ciascuno di loro.
Devo dire che da persone intelligenti come sono, hanno subito capito che potevano fidarsi di me e di noi come professionisti manche come persone. E avanti di questo passo è passato un anno. Avrei molte altre cose da dire ma per il momento concludo ringraziando coloro che ho avuto modo di conoscere in questa mia prima avventura nel mondo dell’atleta-persona e sport agonistico.
Marcello Lughi
Il dottor Marcello Lughi nel 1991 ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bologna “Alma Mater Studiorum” e successivamente nel 1998 ha conseguito la Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università degli Studi di Parma. Inoltre ha conseguito l’alta specialità in Chirurgia Artroscopica. Il dottor Lughi da maggio 1999 è chirurgo ortopedico dell’ospedale di Forlì, nel quale è aiuto-primario e collabora con il Fisiology Center di Forlì. Si occupa principalmente di artroscopia di caviglia, ginocchio, spalla di protesi di ginocchio, anca e caviglia.