Siccome questa rubrica si chiama “Il Punto sulla B”, per una volta siamo ligi al suo nome e assolviamo al compito di analizzare quanto ha detto l’ultima giornata di campionato affrontando i temi… per punti…. e…. a punti. Perché sarà pur vero che tutte le romagnole si trovano al momento ad avere ognuna 8… punti, ma vi sono arrivate da “punti” di partenza diversi e ora per loro loro si aprono riflessioni decisamente differenti.
PUNTO ESCLAMATIVO. E’ quello scritto dal Basket Lugo che dopo il rammarico seguito alla sconfitta all’overtime di Desio, piazza u “Do di petto” nel primo tempo dello scontro diretto con il Basket 2000 Scandiano finendo per fare molto di più che conquistare due punti basilari per le proprie aspirazioni e indurre coach Antonio Tinti alle dimissioni. Il +36 (sì, avete letto bene… +36) su Farioli e compagni è un messaggio forte e chiaro a tutto il campionato. Almeno al Pala Banca la squadra di Gianluigi Galetti è un osso durissimo. Lo è perché non saranno sempre 61 /!) punti in un tempo, ma non è la prima volta che nei 20′ iniziali i biancoverdi corrono come fulmini. E questo vuol dire che per tenerne il ritmo anche gli avversari devono correre dall’inizio, altrimenti rincorrere diventa difficile. Lo è perché Gatto e Moretti stanno confermandosi giocatori di livello per la categoria. Lo è perché anche in assenza di Campori e Thiam, Galetti ha capito di poter avere una rotazione davvero profonda. Lo è perché attualmente Matteo Seravalli sta giocando a livelli da “top player” per la serie cadetta: 13.7 punti con il 56% da due, il 41% da tre, 4 rimbalzi e 6 assist di media.
PUNTO NELL’ORGOGLIO. E’ il Basket Rimini che veniva da pesantissime sconfitte con Faenza, Scandiano e Palermo e si trovava davanti un ostacolo apparentemente più alto di lui: i Tigers. Invece succede ciò che in pochi si aspettano, ma che sovente capita quando da un lato c’è sottovalutazione e, dall’altra c’è fame, rabbia, orgoglio. Le doti che hanno portato i Crabs a lottare come belve su ogni pallone di un derby nuovo per la Romagna dei canestri che dal punto di vista tecnico si è rivelato povero, ma che ha detto molto in prospettiva. Prima di tutto ha detto che la “legge dell’ex” conta eccome visto che è stato Joel Myers a decidere il match con il canestro del +4 a 20” dal gong. Poi ha detto che coach Andrea Maghelli, nonostante abbia asciugato molto le rotazioni, qualche tesoro nascosto può trovarlo anche negli anfratti della panchina, visto che l’apporto di Borislav Mladenov (9 punti in 26′) si è rivelato fondamentale. Infine ha detto che il Flaminio dovrà e potrà essere una roccaforte per costruire la salvezza. Qualcosa di più? Ancora meglio non sbilanciarsi: lo faremo semmai dopo le prossime tre partite che vedranno Rimini affrontare prima due trasferte (Crema e Desio), poi Olginate in casa. Arrivassero 4 punti sarebbe tutta un’altra musica. Dolce, come le voci che arrivano da radio-mercato: Rimini in trattativa con Martino Mastellari (5.4 punti in A2 a Ferrara l’anno scorso). Sarebbe un bel colpo.
PUNTO INTERROGATIVO. Quello che accompagnerà tutta la settimana dei Tigers Forlì dopo lo scivolone di Rimini. Sì, perché ora bisogna iniziare a porsi delle domande dopo che la squadra di Giampaolo Di Lorenzo ha deciso di prendere il carrellino delle montagne russe ed imboccare i binari in discesa. Tre sconfitte consecutive che fanno pensare, anche perché è impossibile non porsi delle domande davanti a una squadra che prima cade in casa con Olginate, poi va a un tiro dall’essere la prima a fare cadere la capolista Cento e infine scivola malamente al Flaminio tirando con percentuali oscene e avendo appena 38 punti dal proprio quintetto base.
La risposta ai dubbi è l’assenza di Christian Villani (appena 4 gare giocate)? No, è solo una della cause, di certo importante visto che nelle ultime sconfitte al fotofinish l’apporto dell’unico giocatore davvero d’esperienza di questo gruppo si sarebbe fatto sentire, ma non si può circoscrivere tutto a questo. Le statistiche delle ultime giornate sono imbarazzanti (62 punti di media, 35% nel tiro da due, 59.7 di Valutazione) ed è il segno che un’identità la squadra deve ancora trovarla. I giocatori prelevati dai gironi a Sud faticano in un raggruppamento come il B che si sapeva essere di maggiore livello? Il calo di Battisti senza un vero play alle spalle è un problema serio? Il rendimento di Papa e Sacchettini fuori casa è una curiosità da “guardoni delle statistiche” o è un sintomo di qualcosa di diverso? Al derby di domenica con Lugo le prime risposte, ma Forlì va valutata con una prospettiva meno immediata. Ricordiamo solo la partenza ad handicap della scorsa stagione. Anche peggiore di quella dello scorso anno. Per un po’ proseguiranno le montagne russe, ma i Tigers presto possono anche prendere l’ascensore e salire. Ne siamo convinti.
PUNTO DI NON RITORNO. Ahia Raggisolaris, ahia… Siamo sinceri: nonostante Vicenza non sia l’ultima della classe, la sconfitta di Faenza proprio non ce la aspettavamo. Eravamo convinti che l’ora del primo successo esterno fosse giunta. E invece è ancora rimandata.
Siamo onesti, i Raggisolaris vantano uno spessore e una profondità che nulla hanno da spartire con quelli di Vicenza, aggrappata a 5 giocatori più Kekovic dalla panchina. Eppure… primo quarto 32-15, terzo periodo 17-9, punteggio al 30’…66-43. No, non ci siamo. Se i Tigers sono sulle montagne russe, i manfredi hanno davvero due facce e a quella ferina del Pala Cattani si contrappone quella spenta delle gare in trasferta. Guardiamo le cifre…
In casa 85.3 punti, 59% da due, 36% da tre, 21.8 assist, 98 di valutazione.
Fuori casa: 69 punti, 47% da due, 26% da tre, 15.6 palle perse, 13.6 assist, 63.8 di valutazione
Eppure scendono in campo gli stessi giocatori… Qui serve forse più psicanalisi che tattica. Di sicuro quello di Vicenza deve essere il punto di non ritorno. Perché adesso si torna al Pala Cattani e arriva Costa Volpino per due punti che non sono neppure in discussione, ma poi c’è il derby…. a Lugo… Attenzione…